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Riflessione sul Transfert

by ChiaraSole

Riflessione sul Transfert: In diversi messaggi privati mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sul transfert e questa è una breve e riassuntiva riflessione: In un percorso di cura, così come lo concepiamo in equipe noi a MondoSole, il transfert è uno strumento molto potente, utile e fondamentale.

Il transfert permette alla persona di proiettare sui referenti situazioni storiche, traumi, cose, persone (ecc) e poterci così lavorare sul presente, nella contemporaneità.

Attraverso il transfert, la persona che sta male è in grado di rivivere i sentimenti, di amore o di odio che fanno parte della sua storia personale.

Il transfert è davvero molto potente e utile se utilizzato nel percorso di cura…. questo vale sia per il transfer negativo sia per il transfert positivo.

Quando una creatura che soffre, interrompe il suo percorso in pieno transfer negativo, tutto quel prezioso sentire purtroppo si disperde e spesso può diventare anche “cattiva” (non certo perché la persona sia cattiva ma perché è il dolore ad essere cattivo) proprio perché il transfert appanna la mente e non permette di vedere la realtà come realmente è…. può succedere che tutta quella rabbia si scaraventi con grande potenza verso l’operatore dal quale si era in cura.

Quindi una rabbia feroce mal indirizzata che può assumere veramente tantissime forme…
Un modo per trovare un colpevole, un modo per fare del male, un modo per sfogarsi (e tanto altro).

Questo importante strumento è particolarmente utile…. Ed è proprio nel percorso che è bene lavorarci, perché si tratta davvero di una grandissima risorsa.

Durante la cura può avvenire tutto, si può e deve dire tutto quello che si sente… All’interno del percorso va bene tutto.

Mentre nell’interruzione della cura per Transfert negativo è sempre triste assistere a tanto spreco e subire gratuitamente situazioni e cose per niente piacevoli.

Inerente a questo argomento:
Mi è capitato spesso di ricevere email di persone ammalate di disturbi alimentari che desideravano cambiare percorso e venire da noi. In queste email c’era tanta tanta rabbia verso l’operatore dal quale erano seguite… queste creature non avevano portato il loro sentire al referente.

La mia risposta è sempre la medesima… Ovviamente dimostrando tutta la disponibilità possibile… le invito a parlare con il referente… A esprimere tutto quel sentire negativo… questo è il mio invito prima di fare qualunque tipo di scelta di cambiamento.

“Lavorare” (non l’ho mai inteso come un lavoro) nel sociale è qualcosa di meraviglioso… Ma è sempre bene ricordare, a maggior ragione dato che trattasi di malattie mentali, che se si decide di fare del bene bisogna essere disposti a ricevere anche tanto male in cambio.

TRÀNSFERT: Nella terapia, locuzione con cui si designa il rivivere, da parte del soggetto, atteggiamenti, emozioni e conflitti inconsci riattivati nel transfert, operando così una vera e propria sostituzione del pensiero con l’azione; l’espressione avviene in forma prevalentemente verbale. Anche, con sign. estens. e non più tecnico, comportamento aggressivo e antisociale.

TRÀNSFERT: s. m. [dal fr. transfert ‹trãsfèer›, a sua volta dall’ingl. transfer (v.), con -t- aggiunta per normalizzazione ortografica (cfr. transport, ecc.)].
Il concetto e termine introdotti nel 1895 da S. Freud (ted. Übertragung; in ital. si usano a volte anche trasferimento e traslazione) per indicare il processo di trasposizione inconsapevole, durante l’analisi, sulla persona dell’analista, di sentimenti e di emozioni che il soggetto sentì in passato nei riguardi di persone importanti della sua infanzia. Più generalmente, si intende con transfert l’inevitabile accompagnamento inconscio di sentimenti pregressi, che contraddistingue qualsiasi rapporto affettivo interpersonale.

TRÀNSFERT: Inconsciamente, la persona che sta male e soffre, trasferisce sull’operatore dal quale è in cura, i sentimenti e le emozioni che ha provato in altre relazioni, ad esempio con i genitori, fratelli, ecc.
Queste emozioni si avvertono come davvero reali: a volte chi sta male vede nell’operatore proprio quelle persone storiche, “dimenticando” che di fronte a lui c’è una persona nuova. Questi sono sentimenti che riemergono proprio grazie al percorso di cura, sono strettamente legate al proprio storico traumatico.
L’operatore ha il compito di riconoscere il transfert e di utilizzarlo per aiutare la persona che soffre a raggiungere l’obiettivo. Il transfert avviene indipendentemente da canoni estetici, fascia d’età o orientamento sessuale.

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