“ChiaraSole Ciavatta, la donna in prima linea contro i DCA: il suo MondoSole colora di lilla la realtà verso un nuovo arcobaleno di sapori ed emozioni”
Trascrizione dell’intervista a ChiaraSole della giornalista Tina Raucci sul settimanale sabato non solo sport che ringrazio tanto 🙏🌞❣️
• ChiaraSole, come lei stessa racconta sul suo sito chiarasole.com, proviene da oltre 14 travagliati anni di disturbi alimentari: anoressia, bulimia e binge eating. Può raccontarci del momento in cui ha preso coscienza, di essere affetta da DCA e cosa l’ha portata a tale consapevolezza?
Si, sono stata malata di praticamente tutti i sintomi alimentari per oltre 14 anni. Il vero grande dolore ho cominciato a sentirlo in quinta elementare quando sono iniziati i digiuni, quando mi sentivo costantemente ingombrante, inadatta, inutile. Ma andando a ritroso posso dire che non c’è stato un prima: nel senso che fin da piccolissima mi nascondevo per abbuffarmi.
Inoltre ho un ricordo di me, avevo 5 anni, in piedi sul letto che urlavo VOGLIO MORIREEEEEE!
Quando la malattia si è manifestata in modo più potente e io avvertivo il dolore, era il 1985.
Al tempo era molto complesso fare questo genere di diagnosi…. Non erano ancora catalogate come malattie dal manuale diagnostico DSM.
Ogni dottore diceva una cosa diversa.
Fino al fatto di fare esorcismi pensando fossi posseduta.
Ne ho preso consapevolezza nel tempo e non per un fatto specifico. Il tempo ha aperto gli occhi a me e anche alla mia famiglia.
• Questo tunnel buio e devastante, in cui il suo corpo e il suo peso cambiavano repentinamente e disordinatamente, è stato lungo ben 14 anni. Lei ha dichiarato di averle provate davvero tutte in quelle fasi travagliate, ma in particolar modo cosa non funzionava?
Sì è vero, ho oscillato costantemente dai 36-37 kg ai 90-92 kg.
Ho fatto tantissimi ricoveri (all’epoca erano solo ed esclusivamente a pagamento, tante creature malate che facevano la colletta nel paese per potersi curare), tanti metodi diversi fra psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, psicoanalisti. Sono stata anche in una comunità per tossicodipendenti in Veneto, abbiamo provato a cercare qualcosa in Svizzera e anche in America.
In tutta onestà so che in certi luoghi c’era come una sorta di sperimentazione, proprio per la complessità della patologia e la poca conoscenza di essa.
Ci ho messo tanto a trovare il percorso adatto a me. Gli approcci precedenti non andavano bene per la mia natura e struttura.
È di fondamentale importanza continuare a tentare tentare tentare e non pensare di poter arrivare a stare bene da soli.
La malattia porta a pensarlo, ma è proprio parte integrante di essa. Ci si dice ‘da domani’ come se tutto potesse essere spazzato via con una bacchetta magica.
E invece portare avanti un percorso di cura, per quanto possa essere doloroso, è un fantastico viaggio dentro di sé. Porta la persona conoscersi davvero e a capire profondamente che cosa ha fatto e fa male.
• Uscendo dal tunnel dei DCA, quando ha iniziato a intravedere raggi di sole, quali sono state le fonti da cui ha tratto luce e calore?
Oltre alle fonti esterne di Sole, cos’è stato determinante nel scegliere di aprirsi a quei raggi di sole ed essere parte attiva della guarigione?
Non c’è stato un qualcosa di preciso.
C’è stato un procedere passo passo verso un benessere stabile, verso l’accogliermi esattamente come ero e sono, intendo come persona e non per quanto concerne il peso.
Cibo, corpo e anche peso, durante il percorso, sono stati svuotati del loro valore emotivo e sono ritornati ad essere solo cibo e corpo.
Ho sempre più cominciato a fare baricentro su di me abolendo l’evitamento e smettendo di delegare e “incolpare” gli altri.
nelle dinamiche della malattia si parla di colpa e sensi di colpa, è fondamentale sottolineare che nessuno ha colpa nella persona che sta male ne i familiari, nessuno!
Ho lavorato tantissimo su me stessa, ovviamente aiutata, ho rielaborato tutte le cause che sono sempre tante.
Ho fatto pace con il passato che devastava il mio presente e ho fatto pace con me in modo molto graduale.
• I DCA possono essere definitivamente sconfitti? Lei ha mai avuto paura di ricadere in quel fosso?
Io continuo a urlare a gran voce che si può guarire! Quando ero malata ero convinta che arrivare a stare bene sarebbe stato impossibile.
Ho cambiato idea diametralmente sia per la mia personale esperienza diretta sia per le tante persone che abbiamo assistito e che sono guarite.
Sì avevo paura delle ricadute, ma questo durante il percorso e sicuramente non sono mancate. Spesso le ricadute fanno parte del percorso e vanno interrogate.
Da anni non ho più paura, c’è un grande rispetto verso la potenza disumana di queste malattie.
• Se potessimo tornare indietro nel tempo, la ChiaraSole di oggi cosa direbbe alla ChiaraSole dispersa, stordita ed immersa nei DCA?
Quando penso alla me di allora provo tanta tenerezza… Annaspavo facendomi continuamente del male in mille modi: sintomi alimentari e anche altre dipendenze, nonché autolesionismo, attacchi di panico, una grave depressione eccetera.
Davo pugni contro il muro e ovunque tanto che una volta mi sono rotta una mano.
Cercavo pace e pensavo di trovarla, inconsciamente, nell’autodistruzione. Sì mi distruggevo in ogni modo e non comprendevo che in realtà volevo distruggere il dolore che avevo dentro e che non riuscivo a comprendere.
Penso che la abbraccerei e le direi che la strada sarà lunga, di smettere di pensare che è impossibile perché prima o poi arriverà il sole. Il sole dentro!
• E poi il Sole è arrivato, a 360 gradi: la sua luce viene irradiata, propagata, tramite MondoSole: centro di cura, riabilitazione e reinserire sociale per coloro affetti da DCA. Su cosa si basano le tappe del percorso di riabilitazione, quale approccio applicate?
Ho fondato l’associazione insieme a un clinico che poi successivamente è diventato mio marito, il dottor Matteo Mugnani. Purtroppo è deceduto nel 2018 dopo tre lunghi anni di leucemia.
Noi due abbiamo creato un metodo dopo tanti studi e ricerche a livello internazionale per cercare di portare qualcosa di nuovo, quello non c’era e che si posiziona tra la seduta individuale e il ricovero. infatti si tratta, come dicevo, di un’associazione e di un centro aperto che offre un’assistenza quotidiana.
MondoSole è una Associazione e un Centro di cura, riabilitazione e reinserimento sociale per chi soffre di anoressia, bulimia, binge eating (DCA), fondata da ChiaraSole Ciavatta che ha alle spalle oltre 14 anni di queste stesse patologie e dal dott. Matteo Mugnani. MondoSole rappresenta l’integrazione del mondo clinico con quello esperienziale. Un centro nel quale provengono persone da tutta Italia che condividono un percorso di cura, crescita personale (e personalizzato), finalizzato alla comprensione del significato dei propri sintomi e alla riorganizzazione della propria vita. Un centro aperto 12 mesi l’anno e che si prende cura dell’intero nucleo familiare attraverso attività di mediazione, consulenza, gruppi per genitori. MondoSole si occupa, inoltre, di attività di sensibilizzazione e informazione. È molto attiva nella diffusione di una riflessione culturale sui valori dei ruoli familiari e dei messaggi riguardanti il cibo e il corpo.
A causa della Pandemia (Covid-19), MondoSole decide di accogliere le persone che soffrono anche a distanza On-Line: sedute individuali, gruppi, incontri di mediazione, ecc.
• Qual è il prossimo obiettivo che si è posta nella sua battaglia e nella sua campagna di sensibilizzazione contro i DCA?
Qual è, dal suo punto di vista, il prossimo passo in avanti che società, mass media e opinione pubblica devono ancora compiere per prevenire sempre più questa problematica?
Sto portando avanti tante lotte. Una delle varie cose gravi è che ancora oggi, nel 2021, queste patologie non vengono riconosciute socialmente. Vengono sminuite.
Si tende a dare più peso a ciò che è fisico tipo una gamba rotta.
Si tende a non dare dignità a questi mali che devastano l’anima: la persona e l’intero nucleo familiare.
Purtroppo si trovano tanti pessimi messaggi sia sui social, ma un po’ dappertutto.
Indubbiamente si è fatta molta strada, ma è ancora lunghissima.
Da tempo ho un progetto in cantiere e spero proprio di poterlo realizzare proprio per la prevenzione.
Ci dovrebbero essere giornate di 30 ore.
Per rispondere alla seconda domanda, penso che non se ne parli abbastanza e a volte purtroppo queste patologie vengono spespettacolarizzate, non solo, spesso c’è proprio un marketing dei disturbi alimentari.
Invece è vitale parlarne in modo serio anche perché in Italia ne soffrono oltre 3 milioni di persone.
Vorrei ringraziare e salutare con il mio Avanti tutta sempre 🌞❣️
Grazie infinite alla giornalista Tina Raucci per la sua professionalità e incredibile sensibilità.
L’intervista: “ChiaraSole Ciavatta, la donna in prima linea contro i DCA: il suo MondoSole colora di lilla la realtà verso un nuovo arcobaleno di sapori ed emozioni” è pubblicata sul settimanale di Caserta e provincia sabato non solo sport che ringrazio tanto 🙏🌞❣️
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