Home MondoSoleESPERIENZA TESTIMONIANZA RIFLESSIONEPER COMPRENDERE REALMENTE CHI SEI, È FONDAMENTALE RICORDARE, CAPIRE E RIELABORARE CHI TI HANNO DETTO DI ESSERE.

PER COMPRENDERE REALMENTE CHI SEI, È FONDAMENTALE RICORDARE, CAPIRE E RIELABORARE CHI TI HANNO DETTO DI ESSERE.

by ChiaraSole

Ognuno di noi, nelle proprie dinamiche storiche, ha ricevuto svariate definizioni su chi era e come doveva essere: sui difetti, i pregi, il carattere… in generale insomma.

Ad esempio: “Tanto tu sei fatto così e reagisci così.” Oppure “assomigli a papà, mamma, zia, o….”.. Ecc. Ecc.

Succede verso di noi, ma anche nei riguardi di chi ci è accanto come ad esempio fratelli, sorelle, parenti, amici, ecc.

Ogni componente della famiglia ha una sorta di definizione. “Più intelligente, meno intelligente. Sfaticato, bravo a scuola, fannullone… E chi più ne ha più ne metta.

Fin da piccoli cominciamo tutti a vederci, inconsciamente, attraverso gli occhi dei grandi che tratteggiano a parole le nostre caratteristiche con specifici ruoli e con caratteri sempre più definiti.

Sì cresce con la convinzione di essere proprio in quel modo: è stabilito che si è così e vale anche per le persone intorno a noi! Per un po’ è quasi rassicurante sapere chi si è. Qualcosa che è già stato deciso senza nessuno sforzo da parte nostra.

Poi, nel tempo, diverse cose cominciano a diventare strette.

Non ci si sente così.

Ci si sente solo definiti e qualunque cambiamento è inconcepibile, infatti spesso non è creduto dall’altro.

Quella diventa l’identità nella quale ci si deve riconoscere. L’identità che va bene alle persone che l’hanno decisa.

Tutto questo non solo confonde e condiziona la crescita, ma ci porta a sentire la pesante responsabilità di soddisfare quei canoni predefiniti.

Inoltre aggiungo che emotivamente, in molti sentono anche un amore traballante come se potrebbe finire da un momento all’altro; un amore condizionato.

“Quindi per poter avere quell’amore è necessario dare qualcosa in cambio, essere in quel modo, DOVER ESSERE IN QUEL MODO, altrimenti non sarò più amato perché sbagliato e fallimentare. (:non merito amare, sento che l’amore va sempre guadagnato).”

Non è certo qualcosa che viene espressa a parole, ma si avverte un messaggio a volte velato, nel contempo altrettanto incisivo che porta ad un TRRORE GHIACCIATO: “se le cose non andranno in un certo modo e io non sarò abbastanza, allora le persone che amo di più, non mi ameranno ne mi vorranno nelle loro vite per sempre perché ho dimostrato, dando quindi anche una palese conferma, “che io non vado bene, (secondo i loro canoni e le loro aspettative)’.

Imsomma, tutto assume una dimensione emotiva abnorme, un peso quotidiano e le paure, se non affrontate, crescono sempre di più rischiando di annullare il vero IO. (Che prima o poi inevitabilmente esploderà se non considerato).

Si avverte dunque una grande responsabilità che, se non soddisfatta, ci fa stare male: il solito “non vado bene” condito con tanti “sensi di colpa”, perché abbiamo “tradito” le aspettative a noi affidateci da tutta una vita.

Ricordo bene le definizioni su di me, il mio carattere, pregi e difetti! Da parte delle mie figure genitoriali, a scuola, parenti vari, ambienti sportivi e così via.

Non metto in dubbio la buona fede dell’interlocutore.

Lo dicevano loro e quindi per me era oro.
Era così e basta e quindi io continuavo ad essere in quel modo.

L’impatto, crescendo, è stato potente, perché avvertivo di dover essere proprio quella persona prestabilita. Determinate caratteristiche e peculiarità mi sono sempre state strette, perché non mi riconoscevo affatto, non solo, mi colpevolizzavo anche.

Ad esempio, non sento di assomigliare a una certa parente (poco stimata), ma da sempre a casa mi hanno detto che sono la sua fotocopia e spesso, come lapsus, mi chiamano con il suo nome.

Mettere e mettersi in discussione per capirsi/conoscersi, è vitale. Ma è un lavoro nostro e non degli altri.

Quanto lavoro e dolore per comprendere quali fossero le mie proprie idee e per accogliermi in questi nuovi panni: I MIEI.

Nessuno può essere definito aprioristicamente, perché la propria identità si costruisce e comprende nel tempo.

Mettere in discussione quelle definizioni, non è affatto facile.
Ma farlo è necessario proprio per non sentirsi costantemente chiusi in una scatole rigida, fredda, piccola, statica, imposta, silente, ma anche assordante, che impone come e chi si deve essere, ma anche come si deve vivere.

È davvero importante farlo, essendo aiutati, per smettere di DOVER ESSERE E COMINCIARE FINALMENTE AD ESSERE!

TU, IO, OGNUNO DI NOI, SIAMO TANTE COSE E UNA DEFINIZIONE PRESTABILITA DURANTE LA CRESCITA PUÒ RISULTARE FUORVIANTE E ANCHE UN GRANDE LIMITE ALLA LIBERA/AUTONOMA ESPRESSIONE DI NOI STESSI. 🌞❣️

ChiaraSole Ciavatta

PS: è splendido poi conoscere le persone che ami e, con inedite consapevolezze, poter creare una tua personale opinione e un tuo personale sentire.

Ho conosciuto, DAVVERO, mio fratello negli anni. Pian piano l’ho spogliato di tutto il valore emotivo dovuto ai tanti condizionamenti.

Sgombrando la mente. È stato meraviglioso, emozionante, autentico e maturo.

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