siciliabuona.com/: Disturbi alimentari: ne parliamo con Chiarasole Ciavatta:
Tre milioni e mezzo di italiani soffrono di disturbi dell’alimentazione: bulimia, anoressia, binge eating. Secondo le stime, il 95% sono donne, ma negli ultimi anni la percentuale è in crescita anche fra gli uomini. L’età di esordio della malattia è intorno agli 8 anni.
Il proprio corpo davanti allo specchio diventa uno sconosciuto, un obbrobrio, la causa di un disagio e di una difficoltà enorme di vivere che non ha nulla a che fare con l’estetica. Si punta contro la superfice per colpire nel profondo del proprio essere.
Spesso, le persone risucchiate nel tunnel dei disturbi alimentari possono sembrare all’apparenza sane, pur soffrendo le angosce di una grande battaglia contro il cibo. Il cibo vissuto come nemico da respingere e rifiutare categoricamente, o come unico mezzo per colmare un vuoto senza perimetri.
Nell’anoressia tutto gira intorno ai numeri, quelli della bilancia, ad esempio, ponendosi degli obbiettivi folli e sempre volti a puntare al ribasso. Ma non si giunge mai al traguardo, perché qualunque obbiettivo ci si ponga nella malattia, non soddisferà mai l’ammalato di disturbi alimentari.
Ancora oggi, molti confondono i disturbi dell’alimentazione per capricci, peccati di gola troppo frequenti, o mancanza di regole e forza di volontà necessari a mantenere un peso-forma adeguato, oltre che a rispondere alle esigenze estetiche dei nostri giorni. Si sminuisce, così, quello che è un vero e proprio dramma per le persone ammalate e per le loro famiglie, che vivono a loro volta il dramma di assistere ad un suicidio lento della persona cara, affrontando la grande sfida di riportarle alla gioia di vivere.
Ne abbiamo parlato con ChiaraSole Ciavatta, fondatrice dell’Associazione MondoSole, una donna che ha vissuto sulla propria pelle le diverse facce dei disturbi dell’alimentazione, che ha vinto la sua battaglia e che oggi dona la sua esperienza e le sue conoscenze per la cura, la riabilitazione e il reinserimento sociale di chi soffre di disturbi dell’alimentazione. Oggi ChiaraSole gestisce il Centro di Cura Specializzato in anoressia, bulimia, binge eating (dca) insieme ad una equipe di medici e professionisti nella città di Rimini.
D: A che età hai iniziato a soffrire di disturbi dell’alimentazione e per quanti anni hai convissuto con la malattia?
R: Identifico l’inizio della patologia quando avevo 10 11 anni. In realtà vivevo abbuffate compulsive già da quando ne avevo 6, ma al tempo non era un dolore grande come poi lo è stato successivamente.
Sono stata malata di anoressia, bulimia, binge eating, depressione e altre forme di dipendenza per oltre 14 anni.
D: Chi era ChiaraSole Ciavatta nel lungo periodo della malattia?
R: Per riassumere chi ero al tempo della malattia, direi che mi sentivo morta da viva.
Ero ribelle, arrabbiata, disperata, sentivo di non valere nulla, apatica…. avevo paura di tutto: delle persone, della vita in generale. Ogni sfera della vita per me era massacrante.
Mi odiavo con tutta me stessa.
Sia che pesassi 36 o 90 kg mi vedevo sempre deforme, terribile e grassa…. enorme: tanto quanto lo era il dolore che esisteva sotto i sintomi alimentari. Tutti drammaticamente anestetizzati.
Umoralmente oscillavo dalla grande euforia a periodi durante i quali non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto, isolandomi e chiudendomi in una stanza per mesi mesi mesi e mesi.
Sono stati anni di montagne russe feroci per me e per i miei cari.
Pensavo di voler morire.
Ho capito molto molto dopo che era un modo per gridare che in realtà volevo vivere.
D: Anoressia, bulimia, binge eating: cosa sono i disturbi dell’alimentazione?
R: Sintomaticamente l’anoressia è restrizione e illusione di controllo sul cibo, ma anche sulla vita in generale. I sintomi della bulimia sono grandi abbuffate e vomito autoindotto dopo per ripulirsi da quello che si sente come colpa. Il binge eating, o BED, è una patologia ancor più sottovalutata perché mancante del vomito e si tratta di abbuffate compulsive di cibo.
I disturbi alimentari (anoressia, bulimia, binge, ecc.) sono patologie incredibilmente dolorose. Il sintomo evidente riguarda sempre il cibo e il corpo, ma è necessario ricordare che si tratta di un male molto profondo, per questo è importante andare oltre alla superficie sintomatica. I sintomi alimentari comunicano emozioni, dolore e sono la manifestazione di un disagio storico spesso incomprensibile anche per chi lo vive. I sintomi alimentari diventano, paradossalmente, una sorta di rifugio inconsapevole dalla realtà che ha fatto e fa male. Il corpo e il cibo come oggetti che ci si illude di poter controllare. spesso si ritiene che l’unico problema di chi soffre di queste patologie sia proprio quello del corpo, ciò che trae in inganno è proprio il termine DIMAGRIRE.
Sul corpo ogni persona materializza il dolore interiore e in questo modo cerca di “dimagrire” proprio quel dolore che in quel momento non ha un nome. I pensieri riguardanti corpo, cibo e i relativi sensi di colpa, imprigionano mente e cuore di chi soffre di questi mali.
Chiedere aiuto è il modo per comprenderne a pieno il significato storico e presente. Per approfondire le varie patologie invito a consultare il seguente link: https://www.chiarasole.com/vademecum-dei-disturbi-alimentari-anoressia-bulimia-binge-eating-bed-ortoressia-nes-o-ned-vigoressia-obesita-iperfagia-diabulimia-drunkoressia-pregnoressia/
D:Guarire è possibile, come tu stessa affermi. Come si combatte questa battaglia e chi sono gli alleati necessari per vincerla?
R:Sì è vero, io grido a gran voce che si può guarire!!!
Come ogni malattia va curata. Gli alleati più importanti sono professionisti specializzati in disturbi alimentari. Gli altri alleati fondamentali sono i familiari e tutti i cari con il loro importante sostegno e amore. L’intero nucleo familiare va aiutato e quindi, la collaborazione con gli specialisti, il fare squadra fa spesso la differenza. I referenti devono sempre tener ben presente che tutti soffrono, nessuno escluso.
Un percorso di cura multidisciplinare portato avanti per il tempo necessario, è indispensabile per arrivare ad un effettivo punto di benessere stabile.
D: Hai fondato l’Associazione MondoSole e gestisci il Centro di Cura, Riabilitazione e Reinserimento sociale di Rimini, offrendo la tua esperienza e il tuo impegno per sostenere e riportare alla vita chi soffre di disturbi dell’alimentazione. Cosa hai imparato in questi anni attraverso le storie e le vite di chi si rivolge a te e alla tua equipe per guarire dai disturbi dell’alimentazione?
R: Sì, ho fondato MondoSole nel 2004, la mia attività di volontariato comincia nel 2001.
Oggi lo gestisco con un’equipe di professionisti particolarmente eccelsi: la Dott.ssa Fiorella Nikolla e il Dott. Even Mattioli.
In tutti questi anni ho imparato tante cose.
Il privilegio di conoscere molte creature malate e le loro famiglie, mi portano ad apprendere quotidianamente cose nuove.
Il rapporto con tutti loro è una grande ricchezza, ognuno è diverso proprio perché nessuno è un numero.
Quando mi sono ammalata, era il 1985 e in ogni luogo in cui io fossi in cura mi sentivo trattata come un numero… Questa è una cosa che ho imparato allora e constato quotidianamente e cioè che ognuno è unico e va trattato in modo specifico…. è necessario costruire un percorso di cura personalizzato per ogni persona che soffre.
D: La vita non smette mai di metterci alla prova, e lo fa, a volte, con inaspettata durezza. Così, hai dovuto affrontare la lunga malattia e la perdita di tuo marito Matteo Mugnani, psicologo-psicoanalista, con il quale hai creato MondoSole. Vuoi condividere con noi un ricordo di Matteo per raccontarci chi era e quanto importante sia stato il suo impegno nella lotta ai disturbi dell’alimentazione?
R: Amo sempre tanto parlare del mio Matteo. Abbiamo vissuto insieme Oltre 3 anni della sua malattia: una forma rara è molto grave di leucemia.
Ha esalato il suo ultimo respiro tra le mie braccia.
E, nel dolore, uno dei ricordi più belli, è stato il rinnovo dei voti nuziali circa una settimana prima che morisse. Un altro ricordo è quando abbiamo pubblicato online la nostra versione di Gioca Jouer che è diventato Chemio Jouer
Prima ancora che si ammalasse, i bei ricordi insieme a lui sono un elenco infinito a partire dal giorno del nostro matrimonio: un grande patrimonio.
Lui era un clinico eccellente e, definirlo così, è davvero riduttivo… un saggio, e lo è stato fino alla fine dei suoi giorni.
Il dolore della perdita è infinito, indescrivibile, ma nel contempo esiste in me una forma di gratitudine per aver avuto un uomo così speciale nella mia vita per circa 15 anni.
Sono stati anni massacranti dovuti alla sua terribile malattia, alla sua perdita… Inoltre quasi contemporaneamente ho perso il nostro gattino e la nostra cagnolina.
Onestamente tutto molto straziante.
D: Dopo aver vinto la tua battaglia personale, dedicato la tua vita alla lotta ai disturbi dell’alimentazione e affrontato nuove inaspettate battaglie, chi è oggi ChiaraSole Ciavatta?
R: Direi che sarebbe bello che lo dicesse qualcun altro al posto mio.
Posso dire che dopo la malattia ho imparato tantissime cose come, ad esempio, ad avere fiducia.
Fiducia nella vita e nelle persone e, nonostante i vari nonostante, come anche la drammatica perdita di mio marito, è ancora così e questa sensazione si rafforza ogni giorno di più.
Io credo!!! Credo che tutto sia possibile. Il mio motto è crederci sempre, arrendersi mai e avanti tutta!!!