Riflessione: Prendersi cura di sé – Non essere troppo buono. di Haemin Sunim
Sei forse stato uno di quei bambini che erano lodati per essere “buoni”?
E di conseguenza hai sempre fatto del tuo meglio per adeguarti accondiscendendo ai genitori, agli insegnanti e ai familiari più anziani?
Hai imparato a non lamentarti e a sopportare tutto quanto in silenzio, anche quando dovevi affrontare una situazione difficile?
E ora che sei adulto, pensi ancora di dover compiacere gli altri?
Fai costantemente del tuo meglio per non disturbare o non essere un fardello per il prossimo?
E quando qualcuno ti complica la vita, ti limiti a cercare di ignorarlo o di sopportarlo, perché non è nella tua natura fare o dire qualcosa che potrebbe danneggiare un’altra persona, o metterla a disagio?
Ho incontrato molte persone buone che, a causa delle difficoltà che incontrano nelle relazioni umane, soffrono di depressione, di attacchi di panico o di altri disturbi emotivi.
Persone del genere tendenzialmente sono gentili, di buone maniere e prodighe di attenzioni.
Sono disposte a sacrificarsi per gli altri, perché considerano più importanti i bisogni altrui.
Perché, mi sono chiesto, queste persone buone sono spesso vittime di sofferenze mentali ed emotive?
Da bambino anch’io ero introverso e mite, e di conseguenza ero spesso lodato per essere “buono”: non creavo mai problemi ai miei genitori e ascoltavo sempre gli insegnanti; tutto ciò mi confermava che essere buoni era un’ottima cosa!
Ma poi, all’università, mi sono gradualmente reso conto che essere buono poteva rappresentare un problema. Quando facevo lavori di gruppo con studenti che erano più svegli di me, e con una personalità più forte, mi ritrovavo a dover fare tutti i compiti che gli altri volevano evitare.
Continuavo a dirmi che essere buono era un’ottima cosa, ma con il passare del tempo tutto ciò mi ha causato una bella dose di stress.
Quando ho aperto il mio cuore e ho parlato onestamente a un amico più grande di me che seguiva lo stesso corso universitario, mi ha dato il seguente consiglio: ” Per prima cosa sii buono con te stesso, poi con gli altri”.
È stato come essere colpito da un fulmine.
Fino a quel momento, mi ero sempre e soltanto preoccupato di ciò che gli altri pensavano di me.
Non avevo mai pensato a come prendermi cura di me stesso, o a come amarmi, nel modo giusto.
Quando diciamo che qualcuno è “buono”, spesso intendiamo che è pronto ad adattarsi alla volontà degli altri, in sostanza non sa farsi valere.
In altre parole, le persone capaci di reprimere i loro stessi desideri per rispetto di quelli altrui sono spesso chiamate “buone”. Se qualcuno mi ascolta sempre e segue i miei consigli, inevitabilmente mi piace e lo reputo una brava persona.
Pare proprio che il termine “buono” si riferisca a chi si preoccupa troppo degli altri e perciò non è capace di esprimere la propria volontà. (…)
Se però viviamo assecondando le aspettative degli altri, trascuriamo senza volerlo i nostri stessi desideri e bisogni.
Se da bambino eri distaccato dalle tue stesse sensazioni, pronto a minimizzare o a non considerarle importanti, da adulto non sarai in grado di stabilire cosa vuoi o chi sei.
E poi, quando qualcuno ti tratterà ingiustamente o ti renderà la vita difficile, poiché non saprai come esprimere in modo adeguato le tue sensazioni, la rabbia che dovrebbe essere rivolta all’esterno, verso colui che l’ha istigata, resterà intrappolata in te, inducendoti ad attribuirtene la colpa: “Perché sono così idiota, incapace di esprimere le mie sensazioni nel modo giusto?”.
Soprattutto, ti prego di tenere sempre in mente che ciò che provi non deve essere ignorato, perché in realtà è molto significativo.
Le tue emozioni non svaniranno con facilità per il semplice motivo che hai deciso di reprimerle o ignorarle.
Molti problemi psicologici insorgono quando la repressione diventa un’abitudine e l’energia delle emozioni soffocate non trova uno sbocco adeguato.
Come l’acqua stagnante, che diventa fetida e tossica, le tue emozioni si imputridiscono.
Ma non è troppo tardi. D’ora in poi, prima di assecondare le volontà altrui, per favore ascolta la tua voce interiore, l’unica che ti dice cosa vuoi veramente.
Quando ti senti assalito da richieste continue, se davvero non vuoi fare qualcosa, non forzarti a farlo ugualmente, perché così finirai per esaurirti e a non tollerare più nulla.
Al contrario, impegnati per far capire agli altri ciò che provi, parla con loro.
Non temere se la controparte potrà anche non gradire, o se la vostra relazione ne verrà disturbata.
Se l’altra persona sapesse cosa provi veramente, probabilmente non ti chiederebbe nulla.
Se qualcuno ti propone: “prendiamoci un caffè”, e tu invece preferisci un tè al latte, fai bene a esprimere la tua opinione “preferisco un tè al latte”.
Di solito essere buoni con gli altri è considerata una virtù, ma non dimenticare che per prima cosa devi essere buono con te stesso.
Haemin Sunim
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