Quando si soffre di disturbi alimentari si vive come in una bolla, come avvolti in una sorta di pellicola spessa come fosse plastica (COME NELL’IMMAGINE: “VEDO TUTTO, MA NON VEDO NIENTE”😞), una sorta di mondo a parte: tanto tanto doloroso e incomprensibile per chi lo vive e tanto tanto indecifrabile per i propri cari.
Quando stavo male ricordo che la realtà che vivevo e vedevo era filtrata dalla grande anestesia della malattia.
Era un po’ come guardare dalla finestra la vita di tutti e non sentire di farne parte…. Non sentirla affatto! Mi sentivo sempre fuori posto e rinchiusa nel mio mondo/carcere pieno di paradossi complessi ma sicuri e certi.
Oppure come essere al cinema… Vedere, ma senza sentire, la realtà oggettiva che mi circondava. Ero una spettatrice e mi sentivo drammaticamente SOLA.
Non è affatto infrequente non riuscire ad accorgersi di vivere in quella bolla fatta di leggi inderogabili che sono quelle della malattia… Lei, la malattia, ti fa vedere quello che comanda e tu ne sei schiavo… E così la mente ti mente ed esplodono i “DISFORMOPENSIERI“.
Si sente l’altro come nemico, ci si sente costantemente rifiutati, giudicati, abbandonati, non voluti, si sente di NON andare mai bene a niente e a nessuno (famiglia, amici, lavoro, scuola, ecc) PROIETTANDO, nel presente, un proprio storico traumatico.
Cercavo di fare di tutto per essere accettata annullandomi, in una vera abnegazione… Arrivando prima o dopo a una grande rottura.
Proiettavo sull’altro anche furiose rabbie e terribili delusioni… Quando nella realtà
quella persona non c’entrava niente: perché nella mia mente rifletteva, inconsciamente, quanto avevo vissuto nella mia storicità.
La potente sedazione dei sintomi ti porta altrove… in un altrove indefinibile, indefinito, NON SPIEGABILE.
Amici, con tutto il cuore, voglio gridare che se ne può uscire essendo aiutati da specialisti!!!
ChiaraSole
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