Fatti un regalo, afferra la tua mano e fatti aiutare ad uscire dal baratro dei disturbi alimentari.
Conosco perfettamente quello che stai vivendo.
Ho le cicatrice nel mio corpo e nel mio cuore della malattia, con cui ho convissuto gran parte della mia vita.
Ma credimi, si può guarire. Personalmente quando ero malata non ci credevo affatto, ma mi sono decisamente ricreduta.
Si, si può guarire, ma non avviene dallāoggi al domani, non ci riuscirai cercando di fare tutto da sola/o, anche questa volta.
Devi cercare chi ti accompagni a guarire da questo male, chi conosce questa malattia.
Lo so, a volte non sei convinta/o nemmeno tu di essere malata/o, o āabbastanzaā grave; spesso sei convinta/o che cāĆØ sempre qualcuno che sta peggio di te, che nel tuo caso basti la forza di volontĆ .
Ti ripeti: “cosa ne sanno gli altri di quello che vivo ogni giorno, ogni momento? Chi può capirmi davvero?”
La solitudine ti attanaglia, lāaltro ĆØ lontanissimo da te, tu sei lontanissima da te stessa/o, non ti riconosci, non sai quando sia iniziata tutta questa merda.
Lāossessione per il cibo, lāonnipotenza per non aver mangiato quel piatto che tanto ti piace e di cui se ne assaggi un solo boccone senti un senso di colpa assurdo.
Ti senti lievitare come un tacchino ripieno, per non dire altro.
Ricordo lo specchio: per anni non mi sono voluta guardare nemmeno in viso, sentivo lāorrore all’idea di vedere un mostro ogni volta diverso nel mio riflesso.
Ricordo le diete testrittive FOLLI, quella necessitĆ di muovermi costantemente. Ma ricordo anche le abbuffate Folli, di nascosto, in cui alle quattro del pomeriggio, o di notte- insomma senza orario- mi riempivo di dolce, salato, resti di pranzi o cene tutto insieme.
E, il senso di schifo, di perdita di controllo, di tentativo di recuperare quel che avevo fatto vomitando anche lāanima.
Tentavo disperatamente di vomitare il male che sentivo nel cuore, odiavo ma desideravo ardentemente vivere, ma non sapevo come si facesse.
La svolta: chiedere aiuto (fosse anche per la milionesima volta).
Ragazze, ragazzi, signore, signori, DAVVERO, farsi aiutare da professionisti ĆØ lāunica cosa da fare, non esiste parere alternativo che conti.
Non posso garantirvi che sarĆ facile, ma ogni passo che farete, ogni rinuncia alla malattia, vi farĆ un male cane, ma ne vale la pena.
Dovete crederci. Ve lo dovete! Attaccatevi alla vita, afferratela con le unghie e con i denti, abbiate il coraggio di credere che ogni sacrificio sarĆ un tassello fondamentale per raggiungere la vostra pace nel cuore.
Credeteci, troverete voi stessi e vi amerete come nessuno vi potrĆ mai amare.
Valeria G.