IL PASSAGGIO
tanta rigidità anoressica non poteva durare.
Una cosa è scolpita nella mia mente e vedo che è comune a tante persone. Il momento del passaggio. Della perdita dell’illusione del controllo. Della fine dell’anoressia.
Quel giorno per me è cominciato il vero inferno.
Ricordo che avevo l’abitudine malata di fare sempre interminabili sedute di palestra. Poi salivo in cucina. Mi concedevo pochi biscotti light. Erano biscotti molto tristi e alquanto insapore, il numero massimo era 3.
Quel giorno il pacco era da cominciare.
L’ho aperto e in un istante mi sono trovata con la carta vuota tra le mani. All’interno della confezione non c’era più nulla. Cercavo i biscotti e non ne vedevo più.
Li avevo divorati tutti io senza poter decidere niente.
Un intero pacco di biscotti.
Tutti in una volta quando ogni boccone era sempre ragionato, calcolato, controllato, pensato nei minimi particolari.
In quel momento mi sono sentita morire. L’espressione senso di colpa non descrive affatto ciò che ho provato. Volevo sprofondare dentro di me. Ho chiamato mio padre piangendo. Non sapevo cosa fare. Non riconoscevo la persona che ero. Sentivo dolore fisico in tutto il corpo: come se mi stessero trafiggendo 100 coltelli tutti in una volta. Urli, pianti… nulla era in grado di farmi provare un po’ di sollievo. QUEL DOLORE PESAVA TANTISSIMO!
Non volevo tutta quella vita dentro di me.
Tutto quel nutrimento.
Io, e solo io, dovevo decidere…. Avere il controllo. Anche se in realtà non l’avevo mai avuto. Mi ero illusa di averlo, ma la malattia si era impossessata di me, si nutriva della mia vita e decideva per me.
Il tutto si è “risolto” con ore di corsa per cercare di rimediare, per mettere a tacere bruscamente i sensi di colpa…. Ma ormai quello pseudo controllo era morto… e tutto è capitolato in fretta…